Abile.
Quell'onda impertinente
sembra saperlo che ami giocare.
E sale, con lenta malizia
a coprirti fino al seno.
Con altrettanta studiata lentezza
si ritirerà.
Resta negli occhi
l'irripetibile tu
perfettamente tu
perfettamente ironica
perfettamente ombra.
mercoledì 31 agosto 2011
harem
tu sei il mio harem
la narratrice di favole
l'incantatrice di serpenti
la compagna di sbronze
la fine indagatrice
l'amante insaziabile
l'elegante intellettuale
lo sguardo avvolgente
l'aio che ascolto
la voce che sfido
l'ingenuità che mi lusinga
la donna ad ogni ora diversa
che ad ogni ora voglio nel letto
che in ogni momento voglio al mio fianco
hai la vita alta
Ho la vita stretta. Stretta la vita, larga la voglia. E tu hai vita alta. Che vita, però. Lo sappiamo, ci guardiamo, lo sappiamo. Più sotto migliaia di occhi ti guardano spalancati, a volte devoti, a volte sporchi. Lo so, lo sai, nulla possono. E io riparto. Un nuovo viaggio, verso il cuore del bosco, dove crescono dalie in una inattesa, improbabile radura.
Non temo il lupo che mi guida. La mia calma rassicura lui, rassicura me. Non temere il lupo che mi guida, non temere il leone, non temere l'orso, non temere il cavallo, non temere il gufo. E' un viaggio. Hai vita alta, ruote veloci, capaci di superare ogni terreno. Non ti prenderò per mano, non ti offenderò. L'umida corteccia alla quale mi appoggio emana profumo di legno che non potrà mai ardere. In questa calma si incroceranno le nostre gambe. Il bosco suonerà per noi. Vedo la terra felice di essere graffiata dalle tue dita.
sabato 27 agosto 2011
sto sulle mie. Sarà per questo che mi fanno così male?
domenica 21 agosto 2011
festa dell'Unità
C'era ancora la festa dell'Unità e c'era ancora il PCI. Alcuni amici, anche se io non sono mai stato iscritto a quel partito, mi chiesero di aiutarli nell'allestimento. L'inizio di luglio, a Bergamo sa essere implacabile. Sul grande piazzale dell'area feste il sole cominciava a farsi sentire e insieme al rumore dei primi camion provocava un irrefrenabile desiderio di birra gelata. Cominciammo a guardare le piantine, distribuendo faticosamente tubi innocenti e gangli in ottone sul terreno. Eravamo decisamente pochi per riuscire a completare in una settimana tutti gli stand che erano stati previsti. Ma dovevamo dimostrare di esserne capaci. A metà mattina, già stravolti dal caldo e dalla fatica, vedemmo avvicinarsi dal quartiere vicino un noto fascistello. Un manzo di venticinque anni, un metro e novantacinque per centotrenta chili di muscoli che si stava avvicinando a me e ai quattro con cui lavoravo, tra cui Bepi, un alpino in pensione che devolveva gran parte del suo tempo a far amare la montagna ai ragazzini delle medie. Il personaggio, Umberto, noto come Umbi, una volta raggiunto il nostro gruppo si rivolse al Bepi mentre noi ammiravamo il suo taglio di capelli impostogli da un barbiere sadico che aveva sottolineato la fronte non propriamente alta di Umbi con una frangetta deliziosa…
"Posso aiutarvi?" Mai avremmo immaginato. Il Bepi ci guarda, sorridiamo e dopo una pacca sulle spalle ci siamo rimessi a lavorare. Umbi era formidabile: spostava tubi innocenti, alzava pali, inchiodava, sollevava congelatori come fossero scatole di fiammiferi e noi grati e increduli ci guardavamo non capendo a che santo dovessimo quella incredibile conversione.
A fine giornata, avevamo ampiamente superato la tabella di marcia e ipotizzavamo di concludere con largo anticipo il lavoro. Una birra al bar, tutti insieme suggellò la giornata. Il giorno dopo, l'allestimento proseguì spedito e senza intoppi. Arrivarono altri camion, con le sedie, i tavoli, i teloni di copertura e la domenica sera avevamo praticamente finito con giorni di anticipo grazie sicuramente all'impegno indefesso di Umbi, fascista clamorosamente convertito sulla strada di Damasco. Erano le sei del pomeriggio, arrivò un ultimo camion con le bandiere del Pci, gli striscioni e i pannelli. Cominciammo a scaricare e a srotolare e issare le bandiere in un tripudio di rosso festante. Umbi ci guardò perplesso. Non capivamo il suo immobilismo. Guardò il Bepi e gli chiese: "Ma come, non è la festa degli Alpini?"… Si mise nella tasca posteriore dei jeans i guanti e se ne andò a testa bassa, tirando moccoli irripetibili. Nessuno di noi osò ridere a voce alta per paura di legnate o ripercussioni, ma la sera e per tutto il periodo della Festa quella storia fece scompisciare dal ridere tutta la città.
"Posso aiutarvi?" Mai avremmo immaginato. Il Bepi ci guarda, sorridiamo e dopo una pacca sulle spalle ci siamo rimessi a lavorare. Umbi era formidabile: spostava tubi innocenti, alzava pali, inchiodava, sollevava congelatori come fossero scatole di fiammiferi e noi grati e increduli ci guardavamo non capendo a che santo dovessimo quella incredibile conversione.
A fine giornata, avevamo ampiamente superato la tabella di marcia e ipotizzavamo di concludere con largo anticipo il lavoro. Una birra al bar, tutti insieme suggellò la giornata. Il giorno dopo, l'allestimento proseguì spedito e senza intoppi. Arrivarono altri camion, con le sedie, i tavoli, i teloni di copertura e la domenica sera avevamo praticamente finito con giorni di anticipo grazie sicuramente all'impegno indefesso di Umbi, fascista clamorosamente convertito sulla strada di Damasco. Erano le sei del pomeriggio, arrivò un ultimo camion con le bandiere del Pci, gli striscioni e i pannelli. Cominciammo a scaricare e a srotolare e issare le bandiere in un tripudio di rosso festante. Umbi ci guardò perplesso. Non capivamo il suo immobilismo. Guardò il Bepi e gli chiese: "Ma come, non è la festa degli Alpini?"… Si mise nella tasca posteriore dei jeans i guanti e se ne andò a testa bassa, tirando moccoli irripetibili. Nessuno di noi osò ridere a voce alta per paura di legnate o ripercussioni, ma la sera e per tutto il periodo della Festa quella storia fece scompisciare dal ridere tutta la città.
giovedì 18 agosto 2011
che siamo stanchi di questo mondo si capisce dal fatto che le borse sono sotto gli occhi di tutti
giovedì 21 luglio 2011
io non ringrazierò mai abbastanza Woody Allen per aver convinto le donne che a loro piacciono gli uomini che le fanno ridere
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