Era inutile.
Io premevo, con le dita serrate,
le mani unite, bloccate tra loro nello sforzo.
Disperato.
Quell'essenza potente, dotata di coesione insostenibile
cominciava già a passare
in forma di fumo tra nocca e nocca
e scioglieva al primo contatto
le gocce di sudore,
prima barriera
e inutile resistenza del mio cervello.
Bisognava tentare:
di colpo rilasciarsi
nella speranza di sopravvivere
agli effluvi di quell'ondata misteriosa e repellente
concentrandosi sulla vita
dopo il sogno.
Perché di questo si tratta.
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