lunedì 25 ottobre 2010

Enzo Baldoni è vivo

Non date retta alla televisione.
Ci ha fregati tutti un’altra volta. Me lo ha confidato un amico comune,
dirigente di un’agenzia multinazionale di cui per ovvi motivi non posso fare
il nome.
Attualmente Baldoni è a New York, si è sottoposto a diversi interventi di
plastica estetica, pesa settantotto chili, veste in doppiopetto gessato grigio,
è biondo e ha gli occhi verdi.
Ricopre il ruolo di iperceo del Gruppo WPP. I creativi vedono nel suo
sguardo un sognatore profondo, gli account e i manager alle sue dipendenze
vi leggono il piglio tenace del capo, i clienti la determinazione del leader e
la forza di chi li aiuterà a conseguire il successo.
Come è stato possibile tutto questo, si chiederanno i più ingenui. Da Baldoni
c’è da aspettarsi questo e altro. Sono anni che ogni mattina, di fronte allo
specchio del bagno, mentre si strappa i peli del naso si ripete: “ma a
sessantacinque anni, sarò in grado di interpretare il linguaggio delle
quindicenni? Sarò sufficientemente caustico per fornire battute salaci agli
amici attori? Sarò ancora carismatico per i clienti?…”
Per questo suo dubbio esistenziale aveva iniziato a scrivere e collaborare
con giornali, rinverdendo un’antica passione. Ma come resistere al fascino
del calambour, come chiudere in un cassetto l’abilità acquisita in tanti anni
nello scaravoltare parole per trarne significati…
E così alternava campagne pubblicitarie di successo a interviste e racconti
che i giornali accoglievano stupiti dalla facilità di linguaggio, dalla capacità
di entrare subito in relazione diretta con personaggi misteriosi, dal modo
semplice di comunicare fatti apparentemente complessi.
E’ quello che mi piace sperare e che crederò fino a che non troveranno un
corpo che sarà inequivocabilmente riconosciuto.

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